I MAFIOSI LOMBARDI

LA NOTIZIONA E’ CHE IN LOMBARDIA C’E’ LA MAFIA ( Ma dai?)  ed ora c’è pure uno studio presentato lo scorso 18 luglio che vuole monitorarne la presenza.(link)

Noi di Malagenta.it il 30 marzo 2016 abbiamo scritto un articolo che evidentemente è risultato parecchio scomodo tanto che la maggioranza dei link che avevamo messo SONO SCOMPARSI!

Vai all’articolo:

NON PRENDETE QUEI SOLDI!

Solo 8 anni fa (2010) c’era addirittura chi negava l’esistenza della mafia in Lombardia, un esempio?

L’ex Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi diventato famoso per aver detto che a Milano ” La mafia non esiste” in ossequio alla linea del Governo Berlusconi – Maroni.

Come ebbe a dire  il giudice Giuseppe Gennari, che ha ordinato l’ultima retata  contro i clan calabresi Barbaro-Papalia, trapiantati da decenni alle porte di Milano, scrive che decine di imprenditori lombardi, di fronte alla ‘ndrangheta, risultano divisi in tre categorie:

quelli che scappano, che vanno a lavorare a 50 chilometri di distanza, perché spaventati dalle intimidazioni;

quelli che subiscono attentati e pagano in silenzio le estorsioni e l’usura, ma non denunciano i boss, al punto da negare perfino di aver pronunciato le frasi compromettenti documentate dalle intercettazioni;

e quelli che diventano addirittura complici delle cosche, perché le armi dei boss sono un ottimo strumento per liberarsi dei concorrenti. (link)

Ecco gli imprenditori appartenenti alla terza categoria sono i più biasimevoli.

Perchè se è vero che se nasci a Rosarno e i tuoi genitori sono mafiosi, i tuo nonni, i tuoi cugini e tutti i tuoi parenti sono mafiosi è molto probabile che mafioso lo diventi pure tu.

Ma il lombardo imprenditore, ma anche il lombardo politico, il lombardo libero professionista e anche il lombardo magistrato, che si riempiono la bocca di dichiarazioni contro i mafiosi ma che ci fanno affari insieme non hanno scuse, vanno di diritto nelle categorie più basse dalla famosa classificazione di Sciascia…

Lo staff di Malagenta.it

Nota:L’immagine in primo piano è presa dal sito linkiesta (link)